Banca Fucino: via a Igea digital bank (Mi.Fi)
19 12월 2022 - 6:16PM
MF Dow Jones (Italian)
Il panorama delle challenger bank italiane registrerà da gennaio
una novità con il lancio della nuova Igea Digital Bank, la seconda
licenza bancaria del gruppo di Banca del Fucino, storicamente tra i
primi istituti di credito specializzati nel lending alle piccole e
medie imprese e ai professionisti attraverso una piattaforma
digitale proprietaria. Una trasformazione perseguita dal nuovo
management di Banca del Fucino dopo aver completato nel luglio del
2020 l'integrazione con Banca Igea.
Il gruppo bancario guidato dall'amministratore delegato
Francesco Maiolini, scrive Milano Finanza, in due anni ha
effettuato un turnaround della banca una volta controllata dalla
famiglia Torlonia. La capogruppo Banca del Fucino ha rafforzato il
capitale sociale arrivato a circa 200 milioni di euro con nuovi
azionisti (in totale sono diventati oltre mille), coinvolgendo nel
progetto di valorizzazione con quote tra il 2% e il 9,4% aziende e
imprenditori come Txt E-Solutions, Upz Investment (famiglia
Petricca), Angelini Investments, Toto Holding, Vulcano (Santo
Versace), Bricofer, Finvacchi (Bernardo Vacchi) e soci
istituzionali come Enpaia e Fondazione Banca del Monte di
Lombardia. Ha raddoppiato gli impieghi e la raccolta diretta
toccando alla fine del 2021 un prodotto bancario complessivo di
circa 5 miliardi di euro, in crescita su tutte le dimensioni nel
2022. L'unico brand bancario storico con sede a Roma è presente a
Milano, Padova, Verona (e a breve lo sarà a Bologna) e nei servizi
finanziari con un mix tra canali fisici e digitali (già oggi il 75%
delle transazioni sono effettuate tramite l'home banking). Sta
valorizzando asset nel settore delle rinnovabili, dove attraverso
la controllata Fucino Green detiene la leadership nello sviluppo di
progetti fotovoltaici ed eolici, e ha avviato un processo di
trasformazione e valorizzazione della seconda licenza bancaria
affidando la guida strategica dell'iniziativa a un nuovo consiglio
di amministrazione presieduto da Isidoro Lucciola. Sono ormai
numerose le banche digitali attive in Italia con modelli di
business anche molto differenti tra loro. L'Area Studi di
Mediobanca classifica come challenger bank Igea Digital Bank
accanto a realtà digitali promosse da grandi banche, come Isibank
(Intesa Sanpaolo), Buddy Bank (Unicredit), Dots (Bper) o Webank
(Banco Bpm) e a nuove iniziative imprenditoriali come Illimity,
Banca Progetto o Aidexa. «La nostra banca è stata storicamente una
delle prime a offrire soluzioni di finanziamento digitali a piccole
e medie imprese, microimprese e professionisti attraverso una rete
di aggregatori che promuovono l'offerta bancaria ai potenziali
clienti e curano per loro l'onboarding nella piattaforma digitale
proprietaria», sostiene Lucciola. «Gli impieghi sono a oggi pari a
circa 190 milioni di euro, di cui il 90% a medio termine quasi
interamente garantito dal Mediocredito Centrale e da altre garanzie
accessorie».
Il tema strategico era come valorizzare al meglio la seconda
licenza bancaria del gruppo, in sinergia con il processo di
innovazione e digitalizzazione di Banca del Fucino. «Abbiamo
immaginato una banca più innovativa ed efficiente nel Corporate
Instant Lending e di diventare il leader in Italia nel
Banking-as-a-Service (il cosiddetto Baas, si veda box in pagina,
ndr), pensando alla banca non soltanto come a un operatore ma anche
come a un'infrastruttura di rete, in partnership con altri
operatori finanziari e aziende», precisa ancora Lucciola. A questo
scopo lo scorso giugno è stato elaborato un nuovo piano industriale
predisposto con l'assistenza di Bain & Co. e del Politecnico di
Milano. «Ci proponiamo come una nuova banca fintech, un ibrido che
unisca culture, competenze e offerta tipiche di una banca digitale
e di una fintech. Abbiamo cominciato a creare l'infrastruttura con
un nuovo modello organizzativo e un change management, che sarà
operativo dal prossimo gennaio. Stiamo anche valutando un
rebranding», afferma il presidente della società. Oggi la banca
impiega circa 40 persone oltre alle funzioni date in outsourcing
alla capogruppo. Il nuovo direttore generale è Andrea Bacioccola,
dal 2020 direttore della Global Payments Service Line di Sia dopo
una carriera internazionale in Apple Pay, MasterCard, Accenture,
Nokia. Proprio Apple Pay Worldwide lo ha premiato con il suo Global
Vision Award. Sotto di lui una squadra di tecnologici ma con
nessuna significativa esperienza in banca. Il collegamento con
l'attività bancaria tradizionale è delegato al nuovo vicedirettore
generale vicario Carlo Cavallero, in precedenza responsabile dei
crediti e della finanza strutturata in Banca del Fucino. «Abbiamo
avviato la costruzione del nuovo modello di business sia nel
corporate banking che nel Banking-as-a-Service. L'elemento di
raccordo è l'utilizzo spinto della tecnologia unito a una solida e
prudente attenzione ai rischi creditizi e operativi garantita
dall'attuale struttura del gruppo bancario», precisa Lucciola, «e
la nostra nuova architettura di Information Technology, già
definita e su cui investiremo a partire dal prossimo mese, farà
evolvere la piattaforma di e-lending proprietaria riscrivendo
alcuni moduli-chiave e trasformandola in una banking platform dove
possono essere integrati moduli sviluppati da altri operatori su
base white label». Anche nel corporate banking la nuova Igea vuole
differenziarsi: «Stiamo attivando partnership e sistemi di scoring
e valutazione che ci consentiranno di anticipare i bisogni dei
clienti, formulando offerte mirate e composte da un numero limitato
di prodotti standard a target di clientela preselezionata, per un
più efficiente utilizzo del capitale e per ridurre i costi
operativi», segnala sempre il presidente di Banca del Fucino. «I
clienti con maggiori esigenze potranno essere sinergicamente
gestiti dalla capogruppo, siamo consapevoli che il costo della
provvista non ci consentirà di basare la competitività sugli
spread».
Insomma, una start up stagionata? «No», conclude Lucciola. «Ne
abbiamo tutti gli ingredienti, dalla nuova organizzazione ai
giovani talenti fino alle competenze di Information Technology, ma
la base di partenza rappresentata da Igea Digital Bank non la rende
certamente una start up. Ma i sentieri si costruiscono viaggiando e
vedremo dove arriveremo».
alu
fine
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