Banche: un matrimonio per tre (Mi.Fi.)
28 9월 2020 - 3:38PM
MF Dow Jones (Italian)
A pochi mesi dalla scadenza del secondo mandato Jean Pierre
Mustier potrebbe fare la scelta più delicata del suo percorso in
Unicredit. Dopo la zampata di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, il
mercato guarda a piazza Gae Aulenti come al candidato naturale
della prossima aggregazione bancaria.
Sia chiaro, nelle ultime uscite pubbliche Mustier ha sempre
escluso l'opzione m&a, ribadendo che la banca resterà
concentrata sulla crescita organica e sugli obiettivi del piano
industriale. Anche con i collaboratori più stretti come Olivier
Khayat o Andrea Maffezzoni il banchiere si starebbe mostrando
cauto, forse perché un deal sul mercato italiano non lo convince
del tutto. L'equity story di Unicredit del resto è stata sino a
oggi quella di una banca paneuropea proiettata naturalmente verso
una fusione transfrontaliera e tentativi in tal senso non sono
mancati, ora verso Commerzbank, ora verso Societe Generale
(corteggiata, a quanto si mormora, fino all'estate scorsa ma ormai
instradata verso una fusione con Bnp Paribas). Ciò nonostante, tra
gli stakeholder del gruppo è sempre più diffusa l'idea che il
prossimo salto dimensionale debba avvenire proprio in Italia,
soprattutto dopo l'ops di Intesa su Ubi.
Le possibili prede non sono molte e, come anticipato da
MF-Milano Finanza lo scorso 21 luglio, un dossier è già stato
servito direttamente dal Governo. Dopo la pausa estiva il ministro
dell'Economia Roberto Gualtieri e il direttore generale del Tesoro
Alessandro Rivera hanno deciso di dare un forte imprinting alla
privatizzazione del Montepaschi.
Entrato nell'ambito del salvataggio del 2017 il Mef dovrà cedere
il suo 68% entro la fine dell'anno prossimo, come previsto dagli
accordi raggiunti con Bruxelles. Quegli accordi non sono scritti
nella pietra e in una fase come quella attuale ci potrebbe essere
spazio per una proroga, ma per ora Gualtieri non vuole discostarsi
dagli impegni presi. Bussare a Unicredit è stato insomma un atto
dovuto, anche se per ora la partita appare in stallo. Sempre molto
attento alla solidità patrimoniale e al giudizio del mercato,
Mustier potrebbe accettare solo su un deal neutro in termini di
capitale che richiederebbe però una consistente dote da parte dello
Stato.
Sarebbe disposto il Tesoro a replicare l'operazione
Intesa-Bpvi-Veneto Banca, con il Movimento Cinque Stelle ancora
nella squadra di governo, sebbene indebolito dalle elezioni
regionali? Potrebbe mai arrivare una manleva pubblica sui circa 10
miliardi di petitum legale? Nelle banche d'affari regna un certo
scetticismo e c'è chi ritiene che, dopo un infruttuoso sondaggio
sul mercato, il dossier Mps potrebbe tornare nel congelatore. Al
massimo la partita (seguita da Antonio Guglielmi per conto di
Mediobanca, advisor di Siena) potrebbe riaprirsi a 2021 inoltrato,
magari coinvolgendo quella Bper che oggi sotto l'occhio vigile di
Unipol è impegnata nell'acquisto delle 530 filiali Ubi.
fch
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September 28, 2020 02:23 ET (06:23 GMT)
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