ROMA (MF-NW)--Per una società quotata perdere quasi i due terzi della capitalizzazione in una seduta è il classico cigno nero. È successo mercoledì 25 ottobre a Worldline: le azioni del gruppo francese di pagamenti hanno bruciato il 60% dopo il profit warning annunciato ai mercati. Nella stessa giornata perdite pesanti hanno colpito anche gli altri competitor, a partire dall'italiana Nexi che ha perso oltre il 13%.

Il mercoledì nero è l'ultimo segnale di fragilità di un settore che, dopo il boom registrato nel corso della pandemia, è ora in forte difficoltà.

Sempre la scorsa settimana una fintech inglese attiva nei pagamenti transfrontalieri, Cab Payments, scrive MF-Milano Finanza, ha visto il prezzo delle proprie azioni crollare del 72% dopo aver tagliato le previsioni sui ricavi. Ad agosto invece l'olandese Adyen era scesa in borsa dopo risultati del primo semestre inferiori alle aspettative. Se insomma in questi mesi il settore è sulle montagne russe, già nei tre anni precedenti la volatilità si era rivelata molto forte. In una prima fase ragioni congiunturali (il boom dei pagamenti digitali nei diversi lockdown), industriali (la spinta all'outsourcing delle divisioni acquiring delle banche) e tecnologiche (la progressiva ritirata del contante) avevano messo il turbo agli operatori, favoriti anche dalle politiche monetarie espansive delle banche centrali. Questo periodo di robusta crescita ha stimolato molte operazioni di m&a, sia negli Usa che in Europa: Total System Services in Global Payments, Worldpay in Fidelity National Information Services, First Data in Fiserv, Ingenico in Worldline, Sia e Nets in Nexi. Per società con una leva generalmente elevata il rialzo dei tassi ha segnato una prima battuta di arresto a cui si è sommato negli ultimi mesi il rallentamento dei consumi. Proprio Worldline, nell'annunciare al mercato il suo profit warning, ha fatto riferimento alla frenata del mercato tedesco su cui ha un'esposizione elevata. Se la congiuntura è particolarmente avversa, gli analisti vedono anche problematiche di medio-lungo termine. Finora la tecnologia ha favorito le infrastrutture di pagamento gestite da operatori come Worldline e Nexi, ma sarà così anche in futuro? Sebbene gran parte delle transazioni (comprese quelle contactless) oggi siano basate sui circuiti convenzionali, una minaccia viene dalle fintech, che con servizi come i bonifici istantanei possono disintermediare i grandi provider. Questi nuovi soggetti sono insomma in grado di conquistare crescenti quote di mercato e di abbassare progressivamente la marginalità media del settore, trasformando i pagamenti in qualcosa di molto simile a una commodity come accadute con la banda nelle tlc.

Un altro problema evidenziato da Worldline nel profit warning è quello della sicurezza informatica. Il gruppo guidato da Gilles Grapinet ha citato i crescenti rischi di frode e gli episodi di criminalità informatica che negli ultimi mesi l'hanno spinta a tagliare i rapporti con alcuni clienti. La cybersecurity è insomma un ulteriore elemento di incertezza per il settore. Quale potrebbe essere l'esito di questa fase? Le valutazioni sempre più basse rendono realistici scenari di raid ostili. Speculazioni del genere si sono recentemente riaccese attorno a Nexi. Per il gruppo di pagamenti guidato da Paolo Bertoluzzo si è prefigurato un interesse da parte di alcuni investitori internazionali. In prima fila ci sarebbe il fondo di private equity inglese Cvc, ma il dossier sarebbe finito nel radar anche del colosso americano Blackstone e di altri investitori specializzati nel settore dei pagamenti.

Per rispondere a queste minacce il management degli operatori potrebbe optare per merger difensivi con altri competitor. La strada del consolidamento comunque sembra molto probabile.

Dal punto di vista degli azionisti però l'm&a potrebbe non essere uno scenario particolarmente desiderabile. Le ultime operazioni straordinarie, a partire dalla cessione della maggioranza di Worldpay da parte dell'americana Fis, hanno depresso le valutazioni del comparto e nuovi deal potrebbero imporre un ulteriore giro di vite. Se le paytech sono nell'angolo, la exit strategy non è banale.

alu

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3008:49 ott 2023

 

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