Immobiliare: spinge investimenti capital markets anche in 1* trim (Gabetti)
17 4월 2023 - 10:47PM
MF Dow Jones (Italian)
Il 2022 si è chiuso in Italia come uno dei migliori anni per gli
investimenti capital markets, soprattutto grazie all'effetto
rimbalzo dell'attività di investimento immobiliare, che nel periodo
più acuto della pandemia aveva invece conosciuto una netta
contrazione. Tuttavia, la fine dell'ultimo trimestre dello scorso
anno aveva già annunciato un primo segnale di rallentamento nella
chiusura di operazioni corporate, che nel primo trimestre del 2023
si è concretizzato in maniera non eccessiva.
E' quanto emerge da un report a cura dell'Ufficio Studi Gabetti
nel quale si sottolinea che questo scenario è stato determinato da
una situazione economica segnata, nel corso del 2022, da un aumento
repentino dell'inflazione che, a dicembre dello scorso anno, ha
raggiunto l'11,9%, e da un conseguente innalzamento dei tassi di
interesse Bce che, da luglio 2022 a marzo 2023, hanno visto un
incremento di 3,5 punti. Uno scenario macro-economico che, a
partire da ottobre 2022, ha indotto molti investitori
istituzionali, soprattutto esteri, ad adottare un atteggiamento di
"wait and see" in attesa di avere un quadro più chiaro circa
l'evoluzione dello scenario dei tassi di interesse e, in parallelo,
del repricing delle asset class. Tuttavia, l'inflazione in discesa,
che è passata dall'11,9% (dicembre 2022) al 7,7% (marzo 2023) con
una previsione stimata intorno al 5-6% in chiusura dell'anno in
corso, e al 3% nel 2024, lascia ipotizzare un atteggiamento meno
restrittivo della Bce e, dunque, un ritorno verso la
normalizzazione dei tassi di interesse e degli investimenti capital
markets.
Nonostante il quadro di incertezza macroeconomica, l'Italia ha
comunque registrato nel primo trimestre del 2023 poco meno di 1
miliardo di euro di investimenti capital markets (EUR967 milioni),
un volume certamente in decrescita se comparato con lo stesso
trimestre del 2022 (EUR3,3 miliardi) e rispetto alla serie storica
degli ultimi 10 anni, ma che non si discosta di molto dalla media
di 1,5 miliardi di euro degli ultimi 5 anni se si esclude il 2022,
anno come abbiamo detto di fibrillazione di investimenti
post-pandemica.
I settori che hanno meglio performato sono stati la logistica e
il living, rispettivamente il 28% e 25% del totale investito. Il
settore della logistica (267 milioni), che vede la maggior parte
dei volumi concentrarsi nel nord Italia, sta sviluppando un
interesse crescente verso il contesto in cui è situato, adottando
strategie volte alla sostenibilità ambientale: sempre più sono
infatti i nuovi progetti che prevedono la costruzione di edifici
con certificazione Leed o Breeam. Nel settore del living (237
milioni) il segmento che ha pesato di più è stato lo student
housing a seguito di due operazioni localizzate a Milano e Bologna,
entrambe città universitarie in cui emerge una forte domanda di
posti letto a discapito di un'attuale offerta non ancora
adeguata.
Tiene testa, seppure non più sul podio, il settore uffici (174
milioni) registrando il 18% del volume complessivo. A livello di
take-up i mercati di Milano e Roma registrano complessivamente
183.000 mq un volume in crescita del +14% se comparato con lo
stesso trimestre del 2022. In particolare, la maggiore crescita si
evidenzia su Roma, con un assorbimento di spazi ad uso ufficio pari
a 93.000 mq, dato quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno, a seguito di un rilevante pre-let di circa
50.000 mq nella zona Eur. Per quanto riguarda Milano, registra un
take-up pari a 90.000mq, in decrescita del 18% seppure il numero
delle operazioni sia aumentato del +16% dimostrando l'appetibilità
della città da parte degli occupiers.
Segue il settore hospitality (129 milioni) con il 13% del volume
complessivo concentrato tra il nord e il centro Italia, tra le
regioni maggiormente performanti in termini di numero di operazioni
primeggia la Toscana in cui si registra un'importante operazione
che ha riguardato un resort nel Mugello, a testimonianza che gli
investitori si sono concentrati in attività di rebranding e
riposizionamento verso il segmento ad alto standard.
Importanti transazioni si sono registrate nel settore healthcare
(77 milioni), nello specifico il volume (8% del totale investito)
ha beneficiato di operazioni riguardanti ospedali, cliniche e
residenze sanitarie assistenziali, che si sono concentrate, a
livello di numero di transazioni, prevalentemente in Piemonte. Il
comparto mixed-use e alternative (61 milioni) ha pesato sul totale
investito il 7%, mentre il settore retail (22 milioni) solo il 2%
con investimenti concentrati nei due mercati principali di Milano e
Roma.
com
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