Governo: Vandelli, misure efficaci ma lungaggini (Mi.Fi.)
18 5월 2020 - 4:34PM
MF Dow Jones (Italian)
Le misure messe in campo dal governo sono efficaci per
contrastare l'emergenza, ma hanno bisogno di qualche messa a punto
per velocizzare i processi ed eliminare le lungaggini burocratiche.
Ne è convinto Alessandro Vandelli, amministratore delegato, che non
nasconde la preoccupazione per i grandi esclusi degli ultimi
provvedimenti: le aziende in ristrutturazione.
Domanda. Vandelli, che effetti sta avendo la crisi sanitaria sui
vostri territori?
Risposta. Anche se gli interventi del governo hanno tamponato
l'emergenza, per l'economia del Paese il colpo è indubbiamente
molto duro. E tuttavia, pur in una situazione di estrema gravità
come questa, sui territori che presidiamo moltissime pmi esprimono
una tenace volontà di ripartire. Una volontà che mi ricorda quella
dimostrata all'indomani del terremoto del 2012.
D. Cosa vi stanno chiedendo le aziende?
R. Siamo passati dal totale disorientamento iniziale a una fase
in cui la clientela ci chiedeva informazioni e strumenti per
affrontare la crisi. Quindi siamo passati all'azione con una serie
di risposte concrete: prima con le moratorie (per 10 miliardi di
debito residuo complessivo su un totale impieghi di Gruppo di 51
miliardi), poi con i crediti garantiti fino a 25 mila euro (finora
le domande arrivate sono state 35 mila), mentre proprio in questi
giorni stiamo iniziando a lavorare sui finanziamenti di importo
maggiore garantiti da Sace. Per processare questi ingenti volumi
abbiamo lavorato intensamente, anche di notte e nei fine settimana,
a dimostrazione dell'impegno che tutta Bper sta mettendo nella
gestione dell'emergenza.
D. Quanto vi stanno aiutando le misure introdotte dal
governo?
R. Gli strumenti a sostegno della liquidità sono utili, ma
spesso il problema è far arrivare i finanziamenti alle aziende in
tempi rapidi. Un problema insomma più di processi che di risorse,
che richiede uno snellimento della burocrazia. La logica della
semplificazione dovrebbe guidare tutti i passaggi in una fase come
questa. In aggiunta noto che nei provvedimenti non è stata rivolta
la dovuta attenzione alle aziende in ristrutturazione per cui c'è
una concreta possibilità di ritorno in bonis. Oltre agli interventi
sulla liquidità, infine, servono misure per rafforzare il capitale
delle imprese.
D. Iniziate a vedere i primi impatti sul bilancio?
R. Nel primo trimestre Bper è stata tra le banche italiane più
prudenti, postando a bilancio accantonamenti addizionali per 50
milioni. La prudenza è giustificata dal fatto che, se nei prossimi
anni la partita si giocherà certamente sulla qualità del credito,
per ora è davvero difficile fare previsioni su quanta efficacia
avranno le misure prese dal governo nel contrastarne il
deterioramento.
D. Rivedrete il piano industriale?
R. Abbiamo avuto la fortuna di presentare il piano a inizio
2019, implementando le azioni più importanti nel corso del primo
anno, dalla fusione di Unipol Banca all'operazione sul Banco di
Sardegna fino alla manovra sul personale. Ecco perché la revisione
dei target di redditività per il 2020 e del 2021, che pure sarà
inevitabile, non snaturerà comunque gli obiettivi strategici.
D. A poche settimane dallo scoppio dell'epidemia avete
annunciato il deal con Intesa Sanpaolo sulle filiali Ubi Banca.
L'operazione rimane valida?
R. Ovviamente quando il deal è stato studiato lo scenario della
pandemia non si era ancora presentato. Proprio per rispondere a
questo nuovo contesto abbiamo rivisto la modalità di calcolo del
prezzo, ancorandola all'andamento del mercato. Ritengo comunque che
in una fase come questa una banca abbia l'obbligo non solo di
gestire l'emergenza, ma anche di guardare al di là della crisi per
prefigurare il proprio posizionamento futuro. Sotto questo punto di
vista l'operazione con Intesa ha ancora senso per Bper perché le
consentirà di affermarsi in territori in cui non è ancora presente
e di farlo senza zavorrarsi dell'acquisto di una banca, ma
semplicemente rilevando una rete di sportelli. A bocce ferme avremo
oltre un milione di clienti in più.
D. Nell'epoca delle app e del fintech comprare filiali è una
mossa controcorrente. Ha un valore?
R. Avere una presenza radicata in alcune aree strategiche rimane
un'opportunità e questa è la logica che ha guidato finora le nostre
scelte. Voglio peraltro ricordare che la nostra matrice rimane
quella di una banca popolare, anche se da diversi anni siamo a
tutti gli effetti una società per azioni. La presenza sui territori
e i rapporti con le comunità per noi rimangono valori essenziali
così come la salvaguardia del credito e del risparmio. Il nostro
investimento più importante sarà sulle persone, dipendenti e
clienti. Prevediamo, soprattutto in Lombardia, un piano di
assunzioni per rafforzare le strutture al servizio della rete di
filiali.
D. Il calendario dell'operazione è confermato? Qualcuno ventila
che l'ok Antitrust sul merger Intesa - Ubi possa richiedere più
tempo del previsto.
R. Ovviamente la nostra operazione potrà avere luogo solo dopo
la conclusione dell'ops di Intesa su Ubi, ma confido che questa si
tenga a cavallo dell'estate. A quel punto fisseremo i criteri e il
perimetro dell'acquisizione sulla base di un puntuale processo di
verifica dei dati. Il ramo d'azienda dovrà avere le caratteristiche
previste dal contratto in termini di aggregati patrimoniali e di
asset quality.
D. Poi ci sarà l'aumento di capitale?
R. La ricapitalizzazione, che agli attuali valori di borsa
stimiamo in circa 500 milioni, si dovrebbe tenere tra settembre e
ottobre. Fra l'altro il nostro maggiore azionista, il gruppo
Unipol, oltre ad aver da subito approvato l'operazione, ha già dato
la piena disponibilità a sottoscrivere pro quota l'aumento. Anche
la Fondazione di Sardegna ha approvato l'aumento di capitale e ci
aspettiamo il suo sostegno. Così oggi possiamo già contare
sull'appoggio del 30% del nostro azionariato.
D. Il vostro azionariato è cambiato molto negli ultimi anni. Nel
2021 scadrà il suo mandato e quello dell'attuale cda. Cosa dovrà
aspettarsi il mercato?
R. È prematuro esprimere valutazioni su un cda che scadrà tra un
anno. Al tempo stesso si deve osservare che Unipol e Fondazione di
Sardegna due soci molto importanti, l'uno di carattere industriale,
l'altro istituzionale, hanno incrementato negli ultimi anni le
proprie quote, raggiungendo un equilibrio che rafforza la banca e
che in una certa misura potrà riflettersi nel futuro assetto del
cda.
D. Il deal con Intesa farebbe compiere un salto dimensionale a
Bper. Vi state candidando a terzo polo bancario?
R. Oggi la nostra attenzione è tutta rivolta alla clientela che
vogliamo supportare in una fase di profonda difficoltà. Parlare di
altri temi mi sembrerebbe una mancanza di sensibilità. Guardando al
futuro posso solo osservare che la nostra capacità più volte
dimostrata di portare avanti progetti di crescita e il sostegno
convinto dei soci sono punti di forza che ci metteranno in
condizione di cogliere altre opportunità.
red
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May 18, 2020 03:19 ET (07:19 GMT)
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