Banco Bpm: Tononi corre per 2* mandato in tandem con ceo Castagna (Mi.Fi.)
27 2월 2023 - 6:27PM
MF Dow Jones (Italian)
Massimo Tononi passerà altri tre anni al vertice di Banco Bpm.
Dopo il periodo di formazione in Goldman Sachs, quella in piazza
Meda potrebbe rivelarsi la sosta più lunga del banchiere trentino
in una società. Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che il suo
curriculum ha all'attivo cinque anni in Borsa Italiana, un anno
esatto al Montepaschi di Siena e 15 mesi in Cassa Depositi e
Prestiti, da cui ha traslocato nel 2019 proprio per assumere la
presidenza del Banco.
Il board dell'istituto guidato dal ceo Giuseppe Castagna è
orientato verso una scelta di continuità, che sarà confermata
martedì 28 febbraio con la presentazione della lista. A spingere
per un nuovo mandato sono stati non solo gli amministratori, ma
anche alcuni dei soci con cui in questi ultimi anni Tononi ha
dialogato intensamente.
Nella partita per il rinnovo del board proprio le fondazioni
hanno giocato un ruolo chiave. Al momento della fusione tra Bpm e
Banco Popolare, il gruppo guidato da Castagna era una public
company pura, con tutti i vantaggi e gli inconvenienti di questo
modello di governance.
Tra le ombre c'era il rischio di raid ostili in un periodo in
cui le valutazioni del sistema bancario italiano apparivano
piuttosto depresse. I tentativi fatti dall'ex presidente Carlo
Fratta Pasini di costituire un nocciolo duro hanno sortito pochi
risultati, nonostante l'impegno di alcuni imprenditori del Nord Est
come Sandro Veronesi, Silvano Petrollo e Alberto Bauli. Meglio è
andata negli ultimi due anni, per merito si dice degli eccellenti
risultati portati dal ceo e dell'attività diplomatica sviluppata
dal presidente. Nel dicembre del 2020 le fondazioni Crt, Cr Lucca,
Cr Trento e Rovereto, Cr Alessandria e l'Enpam, la cassa
previdenziale dei medici, hanno promosso un accordo parasociale.
Dall'iniziale 5,5% la formazione è progressivamente salite al 7,8%
grazie agli acquisti dei soci e all'arrivo di nuovi soggetti come
Cassa forense ed Inarcassa, mentre fuori dal patto si sono
posizionati Enpaia, Enpaf e soprattutto Enasarco che ha rastrellato
quasi il 2% alla fine dello scorso anno. Ha così preso forma un
nocciolo tutto italiano che oggi bilancia il peso dei francesi del
Credit Agricole, arrivati nel Banco nel 2022 con una quota
superiore al 9%. Anche i rapporti con Parigi (mediati inizialmente,
si mormora, dall'ex dg del Tesoro Alessandro Rivera) si sono
comunque rivelati cordiali, specie dopo l'accordo sulla
bancassurance che ha fatto della banque verte il principale partner
industriale di piazza Meda. A dimostrazione di ciò il primo socio
non presenterà una lista per l'assemblea del prossimo 20 aprile ma
sarà rappresentato nella lista del board da Chiara Mio e Paolo
Bordogna, mentre per i pattisti sembrano confermati i nomi di
Alberto Oliveti e Paola Ferretti. Nel resto del nuovo cda molte
dovrebbero essere le conferme, tra cui Maurizio Comoli
(vicepresidente), Mario Anolli e Mauro Paoloni (espressione dei
dipendenti).
Tempi più lunghi ci vorranno per le candidature del nuovo
collegio sindacale e per la lista dei gestori che sarà comunque
quasi certamente presentata. Il lavoro diplomatico di Tononi è
stato prezioso anche nel dialogo con i fondi, dove il banchiere ha
trovato una sponda in Davide Leone & Partner, oggi terzo socio
al 4,7%. Qualche mese fa la riconferma del presidente non appariva
scontata. Non tanto per le intense dialettiche al vertice della
banca o per la richiesta di rinvio a giudizio nel processo Mps,
quanto perché altre poltrone avrebbero potuto tentarlo a partire
dalla presidenza di Cariplo (a cui ora sembra invece destinato l'ex
rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone).
Martedì 28 però la conferma dovrebbe essere definitivamente
formalizzata. Tra le priorità del nuovo mandato, figurano in primo
luogo cementare un assetto societario che per mesi è stato in
evoluzione e che ancora oggi non sembra aver trovato uno stabile
punto di equilibrio. Si tratterà poi di ragionare con il ceo e con
il board sul tema dell'aggregazione a cui Tononi potrà contribuire
sia con il suo ampio network di relazioni che con la sua esperienza
di investment banker. Nei mesi scorsi il suo rapporto di stima con
l'ad di Unicredit Andrea Orcel ha alimentato alcune speculazioni in
piazza Meda. Gossip a parte, molti scommettono che il ruolo di
Tononi sarà decisivo per le mosse che il Banco farà nello
scacchiere del risiko. Un takeover di Unicredit resta una
possibilità, caldeggiata peraltro da alcuni azionisti e facilitata
oggi dal rally del titolo di piazza Gae Aulenti. Ma non è l'unica
opzione. La banca potrebbe guardare verso Siena dove il Monte
riprenderà presto la strada della privatizzazione.
L'idea di un terzo polo del credito è peraltro declinabile in
molte varianti. Nelle ultime settimane si è per esempio tornato a
speculare su un avvicinamento tra Banco e Bper. Sebbene una mossa
del genere non sembri oggi tra le priorità del presidente di Unipol
Carlo Cimbri, tra un paio di anni i tempi potrebbero essere maturi.
Sulla scrivania di Castagna e di Tononi potrebbero insomma
accumularsi molti dossier e, dopo tutto forse, non ci sarà tutta
questa fretta di scegliere.
pev
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February 27, 2023 04:12 ET (09:12 GMT)
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