(aggiunge dettagli e riepiloga)

La Banca Popolare di Sondrio dopo 150 anni abbandona il

modello cooperativo e diventa Spa con il voto favorevole di oltre 2.500

soci dei 2.600 votanti, dato che equivale a un plebiscito (96,4% di sì). Il voto era obbligato in quanto il passaggio storico si è reso necessario a seguito della riforma delle banche popolari del 2015, che ha stabilito che possono adottare la forma giuridica di popolare i soli intermediari bancari il cui attivo non superi il valore di 8 miliardi di euro.

Ora con la nuova forma giuridica (secondo cui ogni azione attribuisce il diritto a un voto) l'istituto valtellinese guarda alle sfide di crescita con un revisione del Piano industriale che verrà presentata al mercato entro il primo trimestre del 2022 e con strategie di crescita che non necessariamente riguarderanno l'M&A in questa fase.

Sia il presidente Francesco Venosta che il consigliere delegato Maria Alberto Pedranzini hanno escluso infatti trattative già in essere per eventuali aggregazioni. "Interlocutori al momento non ne abbiamo né tanto meno interlocutori privilegiati. Staremo a vedere cosa succede", ha detto Venosta rispondendo a chi gli chiedeva se Bper e l'azionista Unipol fossero al momento interlocutori privilegiati per un'eventuale aggregazione bancaria.

"Per quanto riguarda Unipol abbiamo un rapporto ultradecennale di collaborazione industriale al di fuori di questo rimando alle parole dello stesso Cimbri", ha aggiunto Pedranzini.

Unipol detiene il 9% di B.P.Sondrio e circa il 20% di Bper ed è il primo azionista di entrambe le banche. Cimbri nei giorni scorsi in merito alla trasformazione in Spa della banca valtellinese aveva dichiarato: "il management ragionerà su quali alternative poter proporre ai suoi azionisti. La prima è restare come sono e noi saremmo felici di accompagnarli in questo percorso ma se dovessero cercare strade diverse, penso che Bper per continuità culturale e per le tante società prodotto che sono in comune sia uno degli interlocutori. Il destino della Popolare Sondrio è nelle mani della stessa popolare e noi vorremo continuare a essere un suo partner qualsiasi sia il destino che Sondrio deciderà di intraprendere".

Commentando queste parole oggi Venosta ha spiegato: "Ringrazio Carlo Cimbri per le manifestazioni di apprezzamento e stima che ha espresso nei confronti della banca e del management. Unipol è un socio estremamente rilevante con cui la banca ha rapporti di collaborazione da molto tempo è un soggetto qualificato che ci conosce da tempo".

Il management ora sta lavorando alla revisione del Piano strategico

2021-2023 che il Cda aveva deliberato nel marzo scorso e oggi è superato

dai dati di consuntivo. "La revisione è alle viste, puntiamo a presentarlo entro la fine del primo trimestre 2021, cioè entro il 31 marzo. I risultati 2021 si possono consolidare nei prossimi anni;

possiamo consolidare alcune leve con spazi di miglioramento. Non abbiamo mai forzato gli obiettivi, abbiamo sempre proseguito con una crescita fisiologica e sempre tenuto conto dei bisogni della clientela. Ci sono ampi margini di miglioramento".

Le strategie di crescita non passeranno necessariamente da una fusione. "Le banche popolari si sono mosse con accorpamenti e M&A nel recente passato come conseguenza di una difficile situazione contingente all'epoca della Riforma Renzi che obbligava le cooperative con attivi superiori a 8 miliardi di euro a trasformarsi in Spa. Oggi la situazione è cambiata, la banca è sana, ha tutti i conti in regola, è profittevole e il nostro compito sarà esplorare tutte le opportunità che il mercato può offrire per la crescita non soltanto accorpamenti e M&A", ha spiegato Pedranzini.

"E' molto difficile dire in questo momento quali paletti mettiamo per

eventuali aggregazioni. Abbiamo asset immateriali che hanno lo stesso

valore per un interlocutore serio e intelligente, rispetto agli asset

materiali. L'aspirazione è che i nostri territori di riferimento

mantengano lo stesso livello di attenzione e di servizio che hanno avuto

fino ad ora", ha aggiunto Venosta.

Ora che la banca è diventata Spa i soci hanno 15 giorni di tempo a

decorrere dall'iscrizione al registro delle imprese per esercitare il

diritto di recesso. "Allo stato la quotazione del titolo è tale per

metterci abbastanza tranquilli. Abbiamo qualche motivo per confidare che molti soci che hanno sostenuto la banca fino ad oggi continuino a farlo con valori etici ed economici. Desidero chiarire che qualunque cosa succeda nel futuro troveranno una banca solida, ben gestita, mai in perdita, devono stare tranquilli e confidare nell'operato e nei valori: ognuno poi fará le sue valutazioni", ha detto ancora il presidente.

Considerano lo stato di salute della Sondrio "abbiamo scelto di essere

fair per i soci e di non fare prigionieri, nel senso che ognuno è libero

di fare la scelta che crede", ha puntualizzato Pedranzini.

Il Comitato per l'Autonomia e l'Indipendenza della Banca

Popolare di Sondrio ha avanzato la proposta di trasformare la Sondrio in una società Benefit. "E' una proposta di cui non possiamo non tener conto ma le deliberazioni le prende l'assemblea non dipende solo dal Cda".

L'assemblea ha anche deliberato l'adozione del nuovo statuto e, in sede ordinaria, ha provveduto, fra l'altro, a eleggere amministratore, per il residuo del triennio 2021-2023, Pierluigi Molla, che già era stato cooptato dal Consiglio di amministrazione dello scorso 9 novembre in sostituzione di un amministratore cessato.

claudia.cervini@mfdowjones.it

cce

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2915:34 dic 2021

 

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