Dopo 150 anni la Banca Popolare di Sondrio comunicherà domani l'esito dell'assemblea degli azionisti chiamata a sancire la trasformazione in Spa. Si tratta di un momento storico per l'istituto valtellinese quotato in Borsa, l'ultimo ad aver conservato la matrice cooperativa a valle della Riforma Renzi che nel 2015 ha obbligato tutte le popolari italiane con attivi superiori a 8 miliardi a cambiare forma giuridica entro 18 mesi.

Dopo una lunga resistenza, passata anche da ricorsi al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale, i soci della banca (160 mila attualmente) sono stati chiamati a fare una scelta che in molti definiscono quasi obbligata visti gli scenari catastrofici che sono stati disegnati in caso di mancata trasformazione (tra cui il possibile commissariamento). La deadline tassativa - stabilita dalla legge - per la metamorfosi societaria è il 31 dicembre, quindi quella di domani è l'ultimissima sede per l'approvazione.

E' chiaro che questa assemblea è diversa dalle precedenti. Nonostante la rilevanza del punto all'ordine del giorno si è svolta in modo virtuale, a porte chiuse, e non ha potuto vedere i circa 4 mila soci che abitualmente partecipavano attivamente - in presenza o per delega - all'assise. La colpa in questo caso è della pandemia di Covid-19 che ha visto come conseguenza la discesa in campo del rappresentante designato. La finestra del voto si è chiusa il 23 dicembre. Attualmente non ci sono numeri precisi e ufficiali, il conteggio è ancora in corso, ma secondo quanto ricostruito da MF-Dowjones ci si attende circa 2.600 voti. In generale diverse fonti segnalano una "disaffezione" dei soci rispetto alle adunanze precedenti a causa dell'impossibilità di esprimere una scelta veramente libera: la trasformazione è stata infatti sancita per legge e i soci non potevano assumersi il rischio di un possibile commissariamento. Mentre altri spostano lo sguardo al contesto e fanno riferimento a una campagna informativa o promozionale meno accesa del solito.

Fatto sta che la trasformazione per passare deve registrare il sì dei due terzi, essendo in parte straordinaria. Obtorto collo per l'approvazione sono scesi in campo anche i sindacati e il Comitato per l'Autonomia e l'Indipendenza della Sondrio che - seppur contrario alla riforma - per salvare la banca avrebbe incoraggiato i soci a votare sì. In generale ci si attende, sempre secondo fonti, un voto favorevole a larga maggioranza. In ogni caso la trasformazione e la conseguente adozione del nuovo statuto sociale rappresenta un vero e proprio spartiacque per l'istituto che si trova suo malgrado al centro del risiko bancario italiano.

Dopo aver respinto più volte in passato le avances del Credito Valtellinese ora la banca potrebbe divenire preda di un grande gruppo. Gli appetiti sono diversi, ma non va dimenticato che il gruppo Unipol detiene circa il 10% della banca e nonostante le parole rassicuranti di Carlo Cimbri non si può escludere alcuna mossa da parte di Bper. La trasformazione della Popolare di Sondrio in Spa "avverrà adesso e il management ragionerà su quali alternative poter proporre ai suoi azionisti. La prima è restare come sono e noi saremmo felici di accompagnarli in questo percorso ma se dovessero cercare strade diverse, penso che Bper per continuità culturale e per le tante società prodotto che sono in comune sia uno degli interlocutori", aveva affermato Cimbri, intervenendo al Consiglio Nazionale della Fabi. "Il destino della Popolare Sondrio è nelle mani della stessa popolare e noi vorremo continuare a essere un suo partner qualsiasi sia il destino che Sondrio deciderà di intraprendere".

Intanto come emerso ieri la Banca Popolare di Sondrio si avvia a chiudere l'esercizio con una nuova cessione di crediti deteriorati, circa 420 milioni di euro di sofferenze che, sommata alle operazioni di dismissione finalizzate nel corso del 2020 (circa pari a 1,4 miliardi di euro) porta a oltre il 50% la riduzione complessiva del credito deteriorato conseguita negli ultimi due anni (circa -70% il volume delle sole posizioni classificate a sofferenza). L'operazione in questione consente di anticipare totalmente gli obiettivi di Piano fissati per fine 2023. Sì, perché il management dell'istituto sta lavorando al nuovo Piano strategico, ma con la consapevolezza che ora la Sondrio è contendibile.

claudia.cervini@mfdowjones.it

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