Entro la prossima settimana i grandi azionisti alzeranno il velo sulla nuova prima linea di Bper. Una scelta decisiva non solo per la governance dell'istituto modenese ma anche per i riflessi che avrà sulle direttrici del risiko bancario.

Ad aprile infatti scadrà il consiglio di amministrazione di Bper e il rinnovo avrà luogo con le nuove regole scritte l'anno scorso che danno carta bianca ai grandi soci. A muoversi saranno insomma Unipol (oggi primo azionista al 18,9%) e la Fondazione Banco di Sardegna (10,2%), mentre i fondi dovrebbero essere rappresentati da Assogestioni. Se lo schema è chiaro, sulle candidature ancora c'è il massimo riserbo a Modena come a Bologna. L'impressione però è che i soci possano scegliere la strada della discontinuità con un rinnovo di gran parte dell'organo. Un primo segnale di discontinuità del resto è arrivato lunedì 15 con il passo indietro del presidente uscente Pietro Ferrari. Al vertice della banca la scelta di Ferrari era nell'aria ormai da qualche settimana e non ha perciò destato grande sorpresa. Ciò invece su cui ci si interroga è quali saranno scelte di Unipol che dovrà scegliere non solo un buon numero di amministratori ma anche il ceo.

Sia chiaro. In questi anni i rapporti tra l'amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri e il numero uno di Bper Alessandro Vandelli sono stati di collaborazione. Sul deal Intesa-Ubi per esempio il banchiere si è mosso in unione d'intenti con Unipol che, per parte sua, non ha fatto mancare il sostegno finanziario all'operazione. Ancora prima Modena e Bologna avevano lavorato insieme sul deal Unipol Banca che aveva portato all'ingresso di un fedelissimo di Cimbri come Stefano Rossetti nella prima linea di Bper. Non è chiaro però se l'unione d'intenti valga anche per le strategie future. La composizione del nuovo board sarà insomma molto interessante per capire quali direzioni prenderà Bper in materia di m&a. Se Vandelli fosse confermato, c'è per esempio chi prevede una rapida convergenza sulla Popolare di Sondrio. Tra Bper e l'istituto guidato da Mario Pedranzini le affinità elettive non mancano, inoltre proprio l'anno scorso Unipol ha acquisito poco meno del 2% della popolare valtellinese. Coincidenze? Si vedrà; di certo nei prossimi mesi Sondrio dovrà affrontare i temi della trasformazione in società per azioni, fissata per la fine di quest'anno, e della ricerca di un partner.

Un altro dossier caldo è però quello di una fusione alla parti tra Bper e Banco Bpm, un'opzione particolarmente gradita sia a Cimbri che al ceo di piazza Meda Giuseppe Castagna. Dopo una fase di rallentamento a inizio anno sembra che nelle banche d'affari l'ipotesi stia riprendendo quota, complice proprio l'imminente rinnovo del vertice di Bper. Una strada in discesa quindi? Non è detto. Non solo perché a Milano come a Modena le correnti di pensiero in materia di m&a sono decisamente più d'una, ma anche perché sul gruppo guidato da Castagna ha messo gli occhi anche Unicredit. Forse, si mormora nelle sale operative, in questi giorni l'ipotesi di un matrimonio sull'asse Milano-Modena ha ricominciato a correre proprio per evitare la rete di un cacciatore come Andrea Orcel.

fch

MF-DJ NEWS

1709:34 mar 2021

 

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