Growens: ha tesoretto per guardare agli Usa e crescere (Mi.Fi.)
27 2월 2023 - 6:21PM
MF Dow Jones (Italian)
Per dare vita a MailUp, antenata dell'odierna Growens, nel 2002
cinque amici cremonesi investirono 3.000 euro a testa. A distanza
di vent'anni, a inizio febbraio l'azienda -che nel frattempo dal
2014 è quotata sull'Egm di Piazza Affari- ha deciso di liquidare
alcune attività fino a oggi trainanti, incassando una cifra analoga
al valore di capitalizzazione dell'intero gruppo al momento
dell'annuncio. A passare di mano sono state due business unit che
erogano servizi di mail marketing, automatizzando l'invio di
messaggi utilizzati dalle aziende per inviare alla clientela
informazioni o proposte commerciali mirate. «Le metriche a cui la
transazione è avvenuta mostrano quanto in Italia il mercato delle
aziende quotate, in alcuni settori, fatichi a riconoscere il reale
valore di un asset: stando agli analisti, le business unit cedute
valevano tra 15 e 25 milioni, mentre le abbiamo vendute per 70»,
racconta a Milano Finanza l'ad Nazzareno Gorni.
Previsto a inizio giugno, l'incasso non verrà distribuito sotto
forma di dividendi straordinari nel 2023 ma rimarrà nelle casse del
gruppo per alimentare il cambio di pelle. «L'operazione nasce con
l'ottica di procurarci maggiori risorse da investire sulla business
unit americana Beefree, avviata sette anni fa», racconta ancora il
capo azienda. «Era nata come esperimento, ma dopo aver raggiunto un
milione di utenti abbiamo deciso di creare una versione a pagamento
e oggi abbiamo circa 10 milioni di ricavi ricorrenti, con una
posizione di leadership pur in una nicchia di mercato come quella
dell'email design». Sono strumenti che rendono possibile a tutti
creare contenuti grafici senza l'utilizzo di scrittura in codice. È
proprio in questa direzione che il gruppo si prepara a rafforzare
sforzi e investimenti, forte di oltre 10mila clienti, tra cui
figurano big come Amazon, Google, Netflix, Disney e Spotify.
Nel progetto strategico allo studio, il gruppo destinerà
«qualche milione di euro» in ciascuno dei tre anni dell'arco di
piano per alimentare la crescita organica, mantenendo in pancia
gran parte della liquidità che potrebbe essere sfruttata anche per
operazioni di m&a e irripidire così la curva di crescita.
«D'altronde», ricorda Gorni, «da quando siamo quotati abbiamo già
fatto sei acquisizioni e se si presenteranno opportunità
-soprattutto in Usa ed Europa- saremmo pronti a coglierle». Quanto
al target ideale, il numero uno di Growens indica «piccole società
o start-up che siano molto sinergiche con Bee», Per adesso viene
scartata l'ipotesi di rilevare competitor. «Non lo reputiamo
interessante per due motivi: molti hanno fondi di venture capital
nel capitale, il che si traduce in valutazioni molto elevate. In
genere queste realtà hanno qualche centinaio di clienti, troppo
poco per consentirci di ampliare sensibilmente la quota di
mercato». Permane anche l'intenzione di regolare possibili deal con
una formula cash-carta già più volte utilizzata negli ultimi anni.
«Avrà senso soprattutto per operazioni negli Usa», osserva Gorni.
«Considerato che in America il valore da riconoscere nelle
acquisizioni è ben più alto che in Europa, è giusto che anche il
maggior rischio d'impresa debba essere adeguatamente
bilanciato».
La decisione di vendere alcune attività per concentrarsi su
altre è anche figlia delle complicazioni legate allo status di
quotata e al contesto di mercato. «Impensabile programmare altri
aumenti di capitale, dal momento che sarebbero stati eccessivamente
diluitivi per i soci. Al tempo stesso, con la crescita dei tassi
anche indebitarsi con il ceto bancario per finanziarsi è ora meno
conveniente. Così, per trovare le risorse necessarie per spingere
sulla crescita abbiamo colto la palla al balzo quando TeamSystem
(l'acquirente delle attività di email service provider, ndr) ci ha
cercato».
Il baricentro si sta spostando verso gli Usa, dove le società di
software hanno valutazioni meno compresse. «Con la cessione, oltre
il 75% del fatturato di Growens sarà realizzato fuori dall'Italia».
Viene da sé che in prospettiva l'azienda rifletterà sulla sua
permanenza a Palazzo Mezzanotte. «Siamo ancora troppo piccoli per
pensare a una quotazione negli Usa, ma di sicuro faremo valutazioni
una volta eseguito il piano in preparazione. Quando buona parte del
business sarà in America, potremmo valutare anche una quotazione
lì».
pev
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February 27, 2023 04:06 ET (09:06 GMT)
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