(da Italia Oggi)

Al fil rouge che unisce l'invasione dell'Ucraina al terrorismo di Hamas si aggiunge ora la crisi del mar Rosso. La debole ripresa dell'economia mondiale registrata da Prometeia (vedi ItaliaOggi di ieri) rischia di essere affossata. Lo scenario internazionale sta diventando da brividi: né Stati Uniti, né Cina, né Europa sembrano in grado di riprendere le fila della matassa nonostante l'instabilità geopolitica faccia male a tutti.Il progetto di Vladimir Putin di ricostruire una serie di Nazioni vassalle, com'era all'epoca dell'Unione Sovietica, è stato bloccato dalla determinazione dell'Occidente ma rimane un nervo scoperto anche perché il leader russo, messo alle strette, ha lanciato una sorta di crociata contro l'Europa e gli Stati Uniti, alla quale hanno prontamente aderito le formazioni terroristiche che prosperano in Medio Oriente col supporto di Stati amici della Russia. Del resto l'utilità, per Mosca, di aprire un fronte palestinese si è dimostrata, dal suo punto di vista, una mossa azzeccata perché è riuscita a fare scemare interesse e solidarietà verso l'Ucraina, col pericoloso congelamento di parte degli aiuti americani.Quello del mar Rosso è un altro fronte che mira a colpire le economie dell'Occidente. La decisione di una decina di Paesi di inviare navi a proteggere i cargo è stata insolitamente veloce e dimostra la paura delle ripercussioni degli assalti dei corsari. Le tariffe delle assicurazioni e dei noli sono già schizzate alle stelle, con risvolti sui costi delle merci. Gli armatori che stanno decidendo di abbandonare la via del mar Rosso e di Suez a favore del Capo di Buona Speranza mettono in conto fino a 15 giorni in più di navigazione.C'è poi un aspetto della questione delicato ma su cui non sono ammissibili deroghe: il diktat dei terroristi Houthi, sostenuti dall'Iran e stanziali su gran parte dello Yemen, di non trasportare merci israeliane. La risposta compatta a tale pretesa è essenziale per respingere questo e altri ricatti e vincere i neo-corsari che operano soprattutto nello stretto di Bab al Mandeb, dove avviene l'accesso Sud al mar Rosso: vi passa il 12 % cento delle merci mondiali e il 30 % del traffico dei container. Queste scorrerie sono un altro attacco all'Occidente e sarà bene dare risposte, da subito, adeguate. (Italia Oggi)

 

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December 22, 2023 01:26 ET (06:26 GMT)

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