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ROMA (MF-NW)--Inizia a prendere forma uno dei progetti prioritari per l'approvvigionamento idrico della Puglia, rilanciato dai colloqui tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo omologo albanese, Edi Rama: una condotta sottomarina con l' Albania. Aqp (Acquedotto Pugliese), il più grande acquedotto d'Europa, ha già iniziato a lavorarci, come anticipa la direttrice generale, Francesca Portincasa, a MF-Milano Finanza.

«L'idea consiste nel portare acqua dall'Albania alla Puglia attraverso una condotta sottomarina. Al vaglio anche l'opportunità di utilizzare eventualmente l'infrastruttura, per esempio, per il trasporto di energia e l'interconnessione della fibra», spiega la manager, di fatto smentendo le voci sulla contropartita di una centrale nucleare da realizzare in Albania. «Lavoreremo in un clima di collaborazione per realizzare qualcosa che porti vantaggi a entrambi i Paesi su una base di parità. A noi l'acqua serve. E una volta deciso di realizzare una condotta sottomarina, potrebbe essere utile ottimizzare le energie utilizzandola anche per altro». Il prossimo passo sarà la formazione di gruppi di lavoro congiunti per lo studio di fattibilità. Il governo albanese avrebbe già espresso il gradimento e la disponibilità ad affrontare il dossier: diplomazie al lavoro, dunque, con la Regione Puglia in prima fila come azionista unico di Aqp. Intanto il gruppo apre un altro capitolo green del suo piano di sviluppo sostenibile basato sull'economia circolare, dando il via alla realizzazione in Puglia, entro il 2025, di 17 nuovi impianti di cogenerazione a biogas da fanghi di depurazione delle acque.

Il cda ha già autorizzato la gara per la prima fase, che prevede un investimento di 27,4 milioni di euro per produrre 16,5 gigawattora all'anno, con un risparmio annuale in bolletta di circa 6 milioni di euro e una riduzione delle emissioni di Co2 di almeno 2.200 tonnellate, sempre annue. «Finanzieremo i progetti attraverso accordi quadro. Vogliamo arrivare a 34 nuovi impianti entro il 2026, investendo in totale 45 milioni di euro. Considerando i 3 già operativi, a regime Aqp gestirà un parco di 37 impianti, garantendosi un'autoproduzione di 40 GWh all'anno da fonte rinnovabile, che abbatterà del 30% i costi energetici. Potremmo anche pensare a un upgrading della produzione, da biogas a biometano», spiega Portincasa, «lo valuteremo nel corso del piano».

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